Ribadisco che anche nel 2009 passare un po’ di tempo in Giappone non è costoso, anzi trovare un volo a 490€ con la rediviva Alitalia è un ottimo affare (nel 2004 lo pagai sopra le 600€).
I prezzi dei pasti sono svariati, ma si rimane sempre sui 1000yen (meno di 8 euro), a meno che non ci si voglia regalare qualcosa di sciccoso con cameriere in costume tradizionale.
La metropolitana/treni sono più costosi circa 2€ a tratta, ma il servizio è efficientissimo con attese di 4 minuti al massimo..
Le “cose” costano leggermente meno che in Italia e se magari si spende più di 10.000 yen nello stesso depato store si può avere uno sconticino de 5% per il TaxFree.
Come sempre è da incoscienti comprare la frutta, i prezzi sono delle barzellette: una pesca costa 16 euro, un melone 32 euro e un mango incellophanatissimo costa 46 euro!
La battuta vien facile: “Méngou, why Méngou?”
Alla sera ritorniamo dallo spacciatore di tempura ramen sotto le rotaie di Shinjuku e gli spacchiamo 2 tazze a testa.
Lasciamo 2 foglie nel fiume e abbandoniamo il Ryokan Honke Bankyu.
Saltando giù dal treno siamo alla stazione di Asakusa, c’è qualcosa di strano.
Dove sono finiti gli abitanti di Tokyo?!
Le strade brulicano di persone malvestite, solitamente con il cappelluccio molle in testa e la borsa da viaggio, hai presente quando i giapponesi vengono in ItaRia? Dove ce sta er vecchio c’o smanicato cachi da pescatore?
Ecco, la morte dell’eleganza.
La metro è affollata di questi personaggi che sembrano in pellegrinaggio per San Giovanni Rotondo.
Vuoi dire che per la Golden week… cielo questi sono i veri giapponesi!?
Aridatece i fintoni de Tokyo!!
Dormire sul tatami lo trovo narcotizzante, ma alle 8 c’è la colazione tipica giapponese.
Sono un’amante del dolce alla mattina e verdure bollite, pescetti in salsa teriaki sono difficili, mi salvo con del riso in bianco, una frittata e del salmone cotto. Ci sarebbe della marmellata di azuki, ma dove la spalmo?!
Per fortuna che alle 8:25 il tatami mi richiama a se, fino a mezzogiorno.
La giornata passa lentamente, così, nella nostra bellissima stanza, a guardare il fiume trasparente, nell’acqua bollente e infine alle 18.30 il ponte ci aspetta per portarci questa volta in una saletta da pranzo per 2 con la cameriera che, bussandoci ogni volta, ci porta delicatezze giapponesi.
Ancora storditi di meraviglia, ci avvisano che la cena è alle 18.30. L’italiano che è in noi rinsavisce e commenta: uè in ospedale alle 6emezza mi danno l’aperitivo!
Alle 18:35 corriamo alla sala da pranzo, svoltato un angolo ci blocchiamo, il sogno.
Un ponte di legno illuminato sopra al fiume.
Dall’altra parte ci fanno segno che dobbiamo sbrigarci mentre timidamente camminiamo con lo stupore in bocca.
E ancora.
Arriviamo in una grande sala di tatami con diversi pozzetti rettangolari in cui c’è la brace e che scalda gli spiedini di carne, il pesce infilzato e la pannocchia. Uno è per noi.
Due sedili con tavolini ricolmi di delizie della cucina keiseki.